Ristrutturazione digitale

di | 20 Febbraio 2023

Siamo in un periodo di svolta per il nostro Paese e dall’Europa ci viene chiesto di replicare il miracolo economico del secondo dopoguerra, quando abbiamo registrato tassi di crescita del Pil e della produttività tra i più alti d’Europa portando avanti uno straordinario processo di convergenza verso i paesi più avanzati.

Paradigma 4.0

Le sei Missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono:

  1. digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura;
  2. rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4. istruzione e ricerca;
  5. inclusione e coesione;
  6. salute.

Non dobbiamo dimenticare che, nonostante la spinta della pandemia, gli importanti piani di investimento messi in campo e i risultati nelle piattaforme abilitanti come SPID, ANPR, PagoPA o l’App IO, l’Italia si conferma agli ultimi posti in Europa per livello di digitalizzazione. Secondo i risultati dei Digital Maturity Indexes, elaborati dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano, nel 2021 il nostro Paese si colloca in 17esima posizione tra i 27 Stati dell’UE per fattori abilitanti la trasformazione digitale e solo in 23esima per effettivo livello di digitalizzazione, con un gap rispetto alla media europea in particolare nel capitale umano.

Nel seguito si proverà a fornire un contributo sui temi di digitalizzazione e innovazione entrando nel merito dei contenuti e, considerando che il piano traguarda il 2026 (a volte anche oltre), cercando di definire un piano finalizzato a portare le aziende italiane ad implementare il maggior numero di tecnologie abilitanti.

Quello che deve essere implementato è qualcosa di strutturale che non sia un semplicemnete un finanziamento ma qualcosa che guidi l’azienda nel percorso di “Ristrutturazione Digitale”.  Occorre definire un piano che consenta alle aziende di poter fruire, sotto particolari condizioni, di  agevolazioni fiscali nel medio e lungo termine e che incentivi la diffusione della cultura digitale. 

Un’analogia con il risparmio energetico può aiutare: Il bonus energetico si basa sul presupposto che l’investimento debba garantire un miglioramento della classe di appartenenza del proprio edificio. L’analogia con il mondo digitale ci porta ad individuare una serie di interventi sull’architettura IT che migliorino la produttività del personale e  riducano il costo del lavoro (già penalizzato dalle alte imposte), agevolino i tempi di rilascio e massimizzino il riutilizzo dei componenti.

Oggi gli approcci tecnologici sono profondamente diversi da quelli classici e non bisogna fare l’errore di pensare che il nostro bagaglio conoscitivo sia sufficiente anche se abbiamo 20 anni di esperienza nel mondo dell’Information Technology. Non bisogna fare l’errore che fece Bjorn Borg nel 1991 quando, dopo 8 anni, tornò a giocare con la sua racchetta di legno e perse malamente a Monte Carlo contro lo spagnolo Jordi Arrese che utilizzava la super avanzata racchetta in grafite.

L’impatto delle tecnologie digitali sul business è enorme perché modifica i principi sui quali operano i 5 domini della strategia di business (customers, competition, data, innovation e value) cambiando le regole da seguire per avere successo.

Per ben capire la strada da intraprendere occorre partire dal dominio “Innovation” individuando dei pattern pratici per definire un approccio per implementare applicazioni che possano trarre il massimo del vantaggio dal Cloud Computing.  Questo approccio, a dire il vero molto molto complesso, va sotto il nome di sistema “Cloud Native” per definire il quale va definita sia l’architettura sia l’approccio filosofico.

Il sistema cloud native non va confuso con il cloud computing che è semplicemente un servizio  on demand per il delivery dei sistemi spesso basato sul pay per use.

In sostanza, cloud native è il nome di un particolare approccio alla progettazione, implementazione, ed esercizio di applicazioni. L’architettura combinato con nuovi strumenti operativi e servizi come continuos integration, container e orchestratori. L’obiettivo, di solito, è migliorare la velocità per consentire alle aziende un vantaggio strategico nel potersi muovere rapidamente ed entrare rapidamente sul mercato: mettere in produzione una nuova idea in pochi giorni o addirittura ore, invece di mesi.

Troppe aziende oggi non hanno un sufficiente grado di digitalizzazione e la ristrutturazione deve partire dalla valutazione di quest’ultime assegnando una classe di appartenenza (esattamente come la classe energetica data alle abitazioni) assegnando la classe più alta alle aziende che sono riuscite a migliorare tutte gli aspetti della digital transformation non solo legati all’infrastruttura ma anche alla cultura digitale, all’architettura adottata, ai processi utilizzati ed all’organizzazione.

In estrema sisntesi, lo stato italiano italiano deve smettere con i finanziamenti a pioggia e deve meglio indirizzare le tematiche innovative con criteri oggettivi e misurabili ad esempio dando uno sgravio fiscale solo per gli investimenti che consentono l’aumento di almeno una “classe digitale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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